

Senza dubbio, il testo più celebre della letteratura egizia
antica è il racconto delle "Avventure di Sinuhe"
divenuto un vero capolavoro della XII dinastia. La grande importanza
del testo è che inaugura un nuovo genere letterario in Egitto,
vale a dire quello del romanzo storico e autobiografico. L'autore,
inoltre, dimostra in più punti un attento interesse alle
finezze del linguaggio e non rifugge dal lirismo né da un
certo humour pittoresco. Egli sa alternare e variare le costruzioni
sintattiche e sa coniare espressioni nuove e ricercate. Probabilmente,
è per tal motivo che il romanzo raggiunse ai suoi tempi una
grande notorietà e diffusione, tanto da essere copiato, sovente,
dagli scribi: grazie a ciò, oggi possediamo numerose copie
dell'opera. Sono ben cinque i papiri narranti le "Avventure
di Sinuhe", oltre a vari ostraka, fra cui si ricordano quello
conservato al Museo Egizio del Cairo e quello dell'Ashmolean Museum
di Oxford che, non solo riporta la versione più completa,
ma è anche uno dei più grandi ostraka del mondo.
Peculiarità del romanzo, la storia è raccontata dal
protagonista come se parlasse dall'aldilà, ragion per cui
si ritiene che potrebbe esser stato ispirato da un'autobiografia
vera incisa sulle pareti di una tomba, per il momento ancora ignota.
La storia è ambientata ai tempi della congiura contro il
faraone Amenemhat I (1994 - 1964 a.C. XII dinastia) ucciso nel 30°
anno di regno dalla sua guardia reale. Sinuhe era il "servitore
dell'harem regale e della principessa" e al momento dei fatti
era con l'esercito di Senusert, il principe ereditario forse già
coreggente con il padre al Trono d'Egitto. Il romanzo racconta le
peripezie di Sinuhe che, in forma autobiografica, narra dei tragici
fatti e della sua fuga in Palestina, dato che probabilmente egli
sapeva troppo in merito al complotto o temeva una guerra civile.
Accolto dal principe siriano di Qadem, Sinuhe ne sposa la figlia,
vive nell'abbondanza e nel rispetto. La forte nostalgia verso la
sua amata patria, l'Egitto, che sente in vecchiaia, lo porta a scrivere
a Senusert, il quale concede il suo perdono per la fuga invitandolo
a rientrare a corte. Emozionante e toccante è il momento
dell'udienza in cui, in presenza della regina e l'intera corte,
i due vecchi amici si ritrovano; Sinuhe sarà il favorito
del re e finirà i suoi giorni in Egitto, ricompensato dalla
stima del sovrano, il quale, gli fece costruire una nobile tomba.
Le Avventure di Sinuhe
Passo tratto dalla precisa e dettagliata traduzione di Marco E.
Chioffi e Patrice Le Guilloux.
Il principe governatore, il dignitario amministratore delle
province del sovrano nelle terre degli Asiatici,
colui che il Re conosce bene (il vero conosciuto), amato da lui,
l'attendente Sinuhe, egli dice: "Ero io che ero un servitore
che seguiva il suo Signore, un servo dell'harem reale e della principessa
ereditaria, la grande di onori,
la sposa reale di "Sesostri in (nella città di) Khnemesut",
la figlia reale di "Amenemhat
in (nella città di) Qaneferu", Neferu, signora di adorazione".
L'anno di regno 30, nel terzo mese della stagione dell'inondazione,
il giorno sette,
il dio ascese al suo orizzonte. Il re Nesut-Bjty Sehetepibra,
egli s'allontanò verso il cielo, essendosi unito al disco
solare, e il corpo del dio
fu assorbito in colui che lo aveva creato. La Residenza era nel
silenzio,
i cuori in pena, i Due Grandi Cancelli erano stati chiusi,
i cortigiani in lutto, i notabili
nell'angoscia. E come Sua Maestà (il re defunto) aveva inviato
in fretta un esercito
al paese dei Tjemehou, (esercito) di cui suo figlio maggiore
era il comandante, il dio perfetto Sesostri, allorché era
stato inviato
per battere i paesi stranieri e per abbattere coloro i quali erano
nel paese dei Tjéhénu,
e ora egli ritornava e riportava dei prigionieri
del Tjéhénu ed ogni (tipo di) bestiame, senza numero,
gli amici del Palazzo inviarono (dei messaggeri) verso il confine
occidentale per far sì che il figlio del re conoscesse gli
avvenimenti che erano accaduti
a corte. E' in cammino che i messaggeri lo trovarono
Ed è sul far della sera che essi lo raggiunsero!
Egli non fece aspettare mai neppure un momento: il Falco volò
via insieme con
il suo seguito, senza lasciare che il suo esercito lo sapesse. Intanto
si era inviato (un messaggio)
ai figli del re che erano stati al suo seguito in quest'esercito,
ed è a uno di essi che fu rivolto un appello. Intanto che
io mi trovavo (là),
io udii la sua voce, mentre parlava ed io ero nelle vicinanze, (ma)
in disparte.
Il mio cuore fu turbato, le mie (due) braccia caddero, un tremore
si abbatté
su tutte le mie membra! Mi spostai a balzi per cercarmi un luogo
nascosto. (Dopo) mi posi tra due cespugli per lasciare (libera)
la strada e chi vi cammina. Mi diressi verso Sud,
senza che io pensassi di raggiungere questa Residenza, dato che
mi aspettavo
che avrebbe avuto luogo una lotta (civile) e non pensavo di vivere
dopo ciò.
Attraversai il lago Maaty, nei pressi
del Sicomoro, e arrivai a "Isola di Snofru". E' là
che io trascorsi una giornata,
nello scavo di un campo coltivato. E' dopo che fu giorno che io
partii e che incontrai un uomo
che stava in piedi sul mio sentiero: egli mi salutò rispettosamente,
io che avevo paura di lui. Quando venne il tempo della cena,
arrivai al villaggio di Negau,
ed attraversai (il fiume) con una zattera senza timone,
con il favore della forza del vento d'occidente. Passai ad Est
della cava di pietra, sopra (la località detta) "Montagna
Rossa della Signora". Diedi strada ai miei (due) piedi
andando verso Nord e raggiunsi le Mura del Principe,
che sono state costruite per respingere gli Asiatici e per calpestare
"Coloro che viaggiano sulla sabbia".
Mi accovacciai in un cespuglio,
nel timore che mi vedesse la sentinella...
di Gianluigi Guzzi
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